Lo stress è la risposta dell’organismo a stimoli nocivi o che perturbano il l’equilibrio interno.
Produce modificazioni psicofisiche e comportamentali che consentono all’organismo la reazione di difesa ed il ritorno, il più precocemente possibile, allo stato di equilibrio.
L’agente stressante (stressor) può essere:
- di natura fisica (traumi fisici, fatica, microorganismi, agenti tossici o termici…) o
- di natura psichica: emotiva (perdita affettiva ma anche gioia improvvisa) o mentale (impegno lavorativo, obblighi o richieste dell’ambiente sociale).
La risposta è ASPECIFICA, ossia i meccanismi di adattamento che vengono innescati son sempre gli stessi, qualunque sia la natura dell’agente stressante.
È una risposta biologica primaria legata alla sopravvivenza, un meccanismo difensivo con cui l’ organismo si sforza di superare una difficoltà per poi tornare, il più presto possibile, al suo normale equilibrio operativo basale.
Il Sistema simpatico viene coinvolto nella reazione allo stressor e innesca una serie di organi viscerali (vasi, cuore, polmoni, ghiandole) inibisce altri (stomaco, vescica, intestino) mettendo così l’organismo in uno stato di attivazione generale adatto all’attacco-fuga.
Tra le ghiandole, quella che più si attiva è il surrene: la midollare del surrene libera le catecolamine adrenalina e noradrenalina rinforzando l’effetto del sistema simpatico (via nervosa dello stress); il cervello si attiva per l’ azione mentre il sistema simpatico mobilita il corpo
Viene innescata una segnalazione chimica che, tramite l’ipofisi e la corticale del surrene ha come esito finale la produzione di cortisolo.
Il cortisolo agisce su vari organi con importanti effetti metabolici necessari a sostenere la risposta di attacco o fuga che è ad alto dispendio energetico .
Inoltre stimola la midollare del surrene nell’ulteriore rilascio di catecolamine rinforzando l’azione del simpatico (via chimica dello stress).
Dalla stimolazione ipotalamica si attivano inoltre nuclei cerebrali che liberano endorfina con un effetto sulla modulazione del dolore che consente, ad esempio, di fuggire senza sentire il dolore di una ferita.
Adrenalina e noradrenalina agiscono insieme, ma su recettori diversi, determinando effetti a livello:
- CARDIOVASCOLARE, con effetto stimolante sul cuore con aumento di frequenza, forza di contrazione, eccitabilità. Il tutto allo scopo di pompare più sangue (e nutrienti) ai tessuti, ma allo stesso tempo produce una ridistribuzione del volume ematico con vasocostrizione dei distretti periferici ( si riduce il sanguinamento in caso di ferite, la cute diventa pallida e fredda) e vasodilatazione a livello di muscoli, cuore , polmoni (dove è necessario maggior apporto energetico)
RESPIRATORIO, con aumento della frequenza respiratoria (per incrementare gli scambi gassosi di O2 e CO2), perché nella risposta di attacco-fuga aumenta la richiesta di O2 allo scopo di bruciare glucosio nelle cellule e ricavare ATP. Parallelamente si produce più CO2 che deve essere smaltita
MUSCOLARE, con aumento del tono e della forza muscolare
METABOLICO, con glicogenolisi e iperglicemia, lipolisi (vengono mobilizzati i substrati energetici)
TERMOGENETICO, con aumento di temperatura e sudorazione
PUPILLA, con midriasi (consente una migliore visione anche al buio)
STIMOLAZIONE ORGANI LINFOIDI
Quando il pericolo viene percepito come superato, si attiva il sistema nervoso PARASIMPATICO ed il suo effetto calmante si sostituisce a quello stimolante del simpatico.
Con il parasimpatico vengono messi in atto i meccanismi di recupero energetico, di riparazione/rigenerazione tissutale, i muscoli si rilassano e l’attività cardiaca e respiratoria tornano ai valori basali di riposo.
IL CORTISOLO
Nel breve periodo ha un effetto di mobilitazione generale delle risorse energetiche dell’organismo: agisce perifericamente determinando proteolisi, gluconeogenesi, lipolisi e quindi mobilizzando le riserve energetiche necessarie a sostenere la reazione di attacco/fuga
Sovrapproduzione di cortisolo, effetti dannosi:
Riduzione delle massa muscolare,della formazione ossea (osteoporosi) e del connettivo
Alterazione del metabolismo di zuccheri e grassi (obesità, diabete)
Alterazioni della coagulazione e della pressione arteriosa.
Disregolazione di altri assi ormonali (gonadico, tiroideo, della crescita)
Effetti sul cervello (danni soprattutto all’ippocampo)
Effetti psichici e comportamentali
Disregolazione e inibizione del sistema immunitario
Dalle piante arrivano importanti aiuti per affrontare meglio gli eventi stressogeni e ne parlerò nel prossimo articolo